È da San Rossore che muove ogni anno la primavera del galoppo italiano.
Le radici del galoppo italiano sono sulle rive dell’Arno.
C’è una particolarità tutta pisana che non possiamo infatti dimenticare: l’attività ippica.

Nel cuore della tenuta di San Rossore è presente uno dei più importanti centri di allenamento per cavalli purosangue ed un ippodromo che svolge la sua attività da 150 anni.
È da San Rossore, storicamente, che muove ogni anno la primavera del galoppo italiano.
In aprile, mentre ancora le Apuane appaiono sullo sfondo con qualche traccia di neve e il mare, nelle giornate di libeccio, spinge il suo alito salmastro verso l’interno, a San Rossore si chiude infatti una stagione di corse che apre in realtà le porte al galoppo nazionale, alle grandi classiche del turf europeo. Questo passaggio di testimone avviene con una corsa – il premio Pisa – che appartiene ormai alla storia del galoppo internazionale avendo annoverato fra i suoi vincitori grandi campioni. Un nome per tutti: Ribot.
Alle spalle dell’ippodromo, un intero borgo – Barbaricina – alimenta da sempre questa attività.
È dalle scuderie di Barbaricina che ogni mattina muovono, verso il vicino centro di allenamento di San Rossore, i 900 cavalli residenti, ed è in questo borgo che, in un secolo e mezzo di storia, sono nati grandissimi fantini e, con essi, tutti i mestieri dell’ippica: artieri, sellai, sarti di giubbe, maniscalchi. Perciò oggi, nel mondo, Barbaricina è conosciuta come “Il paese dei cavalli”.